Frameglia
Nasce in provincia di Verona e sceglie, poi, di vivere l’età adulta e la sua arte nei Colli Euganei.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme è un qualcosa di insito in lei fin dall’infanzia, ma è con l’iscrizione all’Istituto d’Arte che si approccia finalmente con metodo alle diverse forme di espressione artistica: dal disegno alla tessitura, dalla serigrafia al design, senza tralasciare la moda, ancora oggi presente nella sua produzione artistica attraverso la realizzazione di foulard di seta dipinti a mano, come fossero opere d’arte da indossare.
Nel corso degli anni sente il bisogno di apprendere anche altri mezzi espressivi: è in questo momento che decide di frequentare un corso per diventare graphic designer, lavoro che svolgerà per diversi anni, bilanciando l’estro creativo con la precisione matematica richiesta dai progetti.
Nel 2007, però, il richiamo della tela si fa sempre più forte ed intenso: cominciano così una ricerca costante, una sperimentazione continua, derivate dal turbinio di idee che si rincorrono nella mente e nel cuore dell’artista, scaturite dal senso di vuoto, talvolta dal panico, dato dalla tela bianca. Queste prime impressioni poi si tramutano in gioia, fermento e libertà, nel momento in cui il colore viene modellato con la spatola e il pennello. A mano a mano che l’opera prende forma, prende vita, anche i pensieri e le sensazioni cambiano: si tratta di un processo in divenire, che si modifica, si plasma, si materializza, fino a giungere al termine, quando l’artista, facendo un passo indietro, riesce ad esserne pienamente soddisfatta.
Il rapporto che si instaura tra l’artista e le sue opere è molto intenso, al punto di non permetterle di separarsi da alcune di queste tele, soprattutto per quanto riguarda le prime creazioni, forse quelle più embrionali, ma che testimoniano il punto di partenza di un percorso ancora da scrivere.
Un’artista eterogenea, che trasporta lo spettatore nel proprio mondo, fatto di scoperte e cambiamenti, materiali e colori differenti, visioni e sensazioni uniche.
Testo a cura di Silvia Ongaro.